Testo di Raffaele Argiolas; grafica di Dario Bassu
Oggi al L.U.Di.Ca. siamo entrati nel vivo della pratica. Nella prima parte della discussione abbiamo discusso dell’importanza e dei limiti dell’utilizzo di software Open Source e delle loro potenzialità come strumenti per garantire una conoscenza accessibile e sostenibile nel tempo.
Abbiamo quindi esplorato alcuni strumenti a codice aperto, fondamentali per il nostro percorso all’interno del laboratorio: LibreOffice e Zotero. LibreOffice è una suite per ufficio che offre al suo interno strumenti classici tra cui editor di testo, fogli di calcolo e gestori di database. Con Writer abbiamo poi composto insieme un documento elettronico secondo alcuni parametri accademici, sfruttando le funzionalità della formattazione automatica.
Zotero, invece, è un software per la raccolta, l’organizzazione e la citazione delle fonti, bibliografiche e non solo. Perfettamente integrato col browser e con il writer di LibreOffice, consente di raccogliere e modificare i metadati di una vasta scelta di documenti, non solo testuali ma anche multimediali.
Grazie a Zotero – che sfrutta i metadati – potremo raccogliere e ordinare i testi e gli oggetti multimediali presenti in rete e necessari al nostro progetto; una volta scelto lo stile citazionale desiderato, potremo inserire e modificare le citazioni all’interno del testo prodotto col nostro editor di testo.
Durante l’incontro abbiamo fatto la conoscenza dei principali database bibliografici online, liberamente accessibili e consultabili, sia di ambito italiano che internazionale.