di Francesco Serra
Nel primo incontro dell’edizione 2022 del LUDiCa il professor Giampaolo Salice ci ha guidati attraverso le nozioni chiave che caratterizzeranno il nostro percorso.
Siamo partiti approcciando per primo il concetto di Umanistica Digitale, una transdisciplina in grado di creare proficue intersezioni tra le metodologie della ricerca umanistica e le capacità di elaborazione dei calcolatori.
Abbiamo visto come l’informatica, fin dalle sue origini, sia entrata in contatto con le discipline umanistiche, in particolar modo con la linguistica e la filosofia, che hanno consentito un dialogo sempre più efficace tra uomo e macchina.
È stato, poi, sottolineato come si utilizzi impropriamente il termine di “rivoluzione digitale”, perché la digitalizzazione, in realtà, è un processo di lunga durata, in atto già dalla piena età moderna, quando nascono i primi calcolatori, e che si è intensificato progressivamente dalla metà del Novecento, in concomitanza con il secondo conflitto mondiale.
L’attuale processo di digitalizzazione influenza fortemente il lavoro dei ricercatori in ambito umanistico, perché cambia il rapporto che questi hanno con le fonti, in quanto la loro dematerializzazione spesso le separa dal contesto storico e spaziale nel quale sono generate/conservate, con impatti significativi sulla interpretazione. Quando questo avviene, infatti, una parte del valore delle informazioni viene meno e i risultati della ricerca divengono inevitabilmente meno scientifici. È dunque fondamentale che nel processo di dematerializzazione dei documenti si imparino ad utilizzare metodologie che permettano di conservare i contesti di riferimento.
Abbiamo poi avuto modo di definire alcuni concetti chiave, interconnessi fra loro, che ci accompagneranno durante il laboratorio. La distinzione tra un sistema operativo chiuso ed uno aperto, paragonabili a due palazzi: il primo con le pareti di mattoni che non permettono di vedere cosa c’è al suo interno; il secondo invece ricoperto di vetrate che danno la possibilità di comprendere ciò che accade dietro di esse. Il controllo delle informazioni è un tema fondamentale, i sistemi operativi chiusi non sempre consentono una puntuale ricostruzione dei contesti, necessari per la ricerca storica. Quando si pensa al problema della conservazione dei dati in ambienti digitali non bisogna dimenticare che i documenti hanno a che fare con i diritti delle persone e delle comunità, preoccuparsi dei contesti non dovrebbe interessare solo i ricercatori, dovrebbe essere un problema civile e politico.
Un altro concetto fondamentale all’interno del LUDiCa è quello di “Umanistica Pubblica”, in cui l’aggettivo pubblica non fa riferimento esclusivamente alla dimensione della divulgazione al pubblico dei risultati di una ricerca, ma soprattutto al coinvolgimento del pubblico stesso all’interno del processo investigativo. Noi partecipanti avremo modo di sperimentare questa dimensione pubblica della ricerca nella seconda parte del nostro laboratorio, il campo estivo. Dal 20 al 26 giugno, infatti, ospitati dal Museo Nivola, avremo il compito di ricostruire la storia locale di Orani insieme ai suoi cittadini.
L’incontro si è concluso con una panoramica degli strumenti e delle metodologie che dovremo imparare a conoscere e utilizzare e che ci permetteranno, alla fine del laboratorio, di presentare il risultato concreto del nostro lavoro da restituire alla comunità: un sito internet che racconterà la storia di Orani.