di Alice Deledda
La nostra ricerca si sviluppa a partire dalle storie della comunità: la seconda giornata del campo estivo è stata per questo ricca di incontri e di tappe fondamentali per il nostro lavoro.
Di mattina abbiamo incontrato Paolo Modolo, fondatore della Modolo Sartoria, uno degli ultimi due laboratori tessili rimasti ad Orani. Paolo ha aperto la sua attività dopo vent’anni di miniera, l’attività lavorativa che occupava gran parte della comunità locale. “Era il mio sogno da quando avevo 5 anni”, ci ha raccontato con gli occhi lucidi. Gli stessi occhi con cui rivolge uno sguardo al figlio Francesco che con orgoglio porta avanti l’attività di famiglia. Ci ha raccontato dei suoi clienti celebri, da Cossiga a Salvatore Niffoi, e naturalmente anche Costantino Nivola, che ha voluto barattare una sua opera per un’ abito. Il giovane Paolo non avrebbe voluto (avrebbe preferito all’epoca un pagamento in contanti) ma infine accettò e tutt’oggi non si è pentito della scelta.
L’altro incontro è stato con Sara Paddeu, che dirige il coro della Chiesa di Sant’Andrea. Ci ha parlato delle tradizioni canore legate ai riti sacri oranesi e come questi vengono sentiti dalla comunità.
Nel pomeriggio abbiamo fatto tappa all’Archivio Comunale, fonte inesauribile di documenti e tracce scritte sul marchesato ma soprattutto sulle dinamiche che coinvolsero la comunità oranese nel tempo. Hanno attirato la nostra attenzione in particolare documenti ottocenteschi relativi ai possedimenti dei cittadini dell’epoca e resoconti dei consigli comunali nei quali sono stati trovati casi anche casi di cronaca nera.
Abbiamo avuto l’opportunità di visitare anche due case storiche del paese. Valeria Baldis ci ha aperto le porte della ex residenza della famiglia Siotto, dalla struttura originaria settecentesca ma dagli importanti rifacimenti moderni. Ciò nonostante conserva ancora oggi alcuni pavimenti originali degli anni ‘20 e una sala riccamente decorata presumibilmente da Mario Delitala. La signora Pina Pinna invece ci ha accolto nella sua abitazione, la storica Casa Todde-Brau. La parte più antica risale alla fine dell’Ottocento ed era adibita a stalla, fino all’ampliamento del 1905. Apparteneva alla famiglia borghese dei Todde-Brau, arricchitasi grazie alla realizzazione e successiva vendita di calzature al Regio Esercito.
Per chiudere la giornata, abbiamo visitato il Campusantu Vezzu, dove si trovano i ruderi della antica Chiesa di Sant’Andrea e della sua torre campanaria, dall’impianto originario cinquecentesco. All’interno della sacrestia sono presenti dei resti di pitture murarie decorative, nelle quali si possono individuare le figura di Sant’Andrea e San Paolo.
Nella serata di stasera seguiremo l’incontro “Servire, proteggere, governare il territorio: le élites locali nel marchesato di Orani”, tenuto da Luca Porru, dell’Università di Cagliari. L’incontro si terrà alla Casa Maninchedda, antica casa patronale appartenuta alla famiglia di medici e notai del paese e oggi sede della Pro Loco.
Le fotografie sono di Rita Deidda