Di Giulia Pisu
Oggi, lunedì 12 giugno, si è svolto il primo incontro dell’edizione 2023 di LUDiCa nel quale il professor Giampaolo Salice ha introdotto i punti principali che verranno affrontati nell’ambito della prima parte del laboratorio, la bottega digitale.
Siamo partiti dal concetto di Umanistica Digitale, una transdisciplina che consente di utilizzare in maniera efficace metodi e strumenti appartenenti sia all’ambito delle scienze umane sia all’ambito dell’informatica.
Attraverso un rapido excursus storico abbiamo potuto notare come i processi di digitalizzazione sono stati, sin dalla loro origine, fortemente connessi all’esplorazione e all’analisi dei dati culturali, sociali e storici di matrice umanistica.
Abbiamo, inoltre, avuto modo di affrontare alcuni aspetti come la differenza tra le nozioni di dematerializzazione e digitalizzazione o quella tra intelligenza aumentata e artificiale; siamo passati dalla nascita dell’ipertesto in forma meccanica prima che computerizzata e siamo arrivati sino al concetto di bottega rinascimentale, luogo in cui veniva meno il confine tra humanitas e matematica.
Successivamente si è parlato dei limiti che i sistemi operativi proprietari (come Microsoft Windows o Macintosh) impongono all’utente. Non permettono permettono il suo studio, la modifica o la distribuzione, ma consentono esclusivamente la concessione di licenze o l’acquisto di pacchetti controllati da un’azienda o da un individuo specifico. Tuttavia, in contrapposizione a questi, esistono i software cosiddetti open source, liberamente modificabili e creati da un’ampia comunità volontaria. La collaborazione tra individui consente l’accesso da parte degli utenti alle informazioni di creazione e produzione del software e, di conseguenza, al miglioramento rapido e continuo del programma.
Tutto ciò accresce la sostenibilità dei progetti, ovvero la possibilità che questi ultimi possano essere rigenerati nel tempo e nello spazio senza subire la perdita dati.
Nella seconda parte del seminario ci siamo concentrati sulla genesi della ricerca umanistica, ragionando insieme intorno allo sviluppo di una domanda di ricerca che possa porre i presupposti per una buona indagine.
In questa riflessione ha rivestito un ruolo fondamentale il concetto di Public History, in cui non solo viene dato spazio alla dimensione divulgativa, ma soprattutto è considerato fondamentale il coinvolgimento attivo delle comunità oggetto di studio. Nel caso specifico dell’edizione 2023 di LUDiCa indagheremo il rapporto tra la comunità di Sant’Antioco e il mare tra il XIII e il XX secolo, relazione che si manifesta in diversi ambiti: dall’architettura alla fotografia storica, dalle modificazioni linguistiche alle leggende, dai documenti catastali ai dipinti e così via.
Dal momento che la dimensione marittima nel racconto pubblico e storico della Sardegna non è stata approfondita, questo argomento sarà molto interessante dal punto di vista della ricerca sul campo che ci vedrà protagonisti nella seconda parte del laboratorio che si terrà dal 26 giugno al 1 luglio proprio nella comunità di Sant’Antioco.
A conclusione dell’incontro ci siamo interfacciati con alcuni strumenti digitali che impareremo ad utilizzare nel corso del tempo non solo ai fini dello studio specifico, ma soprattutto perché si trasformino in competenze da poter applicare ai campi di interesse e ricerca dei singoli partecipanti.