di Giorgia Scano
Siamo giunti alla penultima giornata della bottega digitale, siamo quasi alla fine della prima parte del LUDiCa 23 e possediamo ormai quasi tutti gli strumenti necessari per affrontare il campo estivo.
Nella prima parte della lezione di oggi abbiamo avuto il piacere e la curiosità di ascoltare Álvaro Casillas Pérez, dottore di Ricerca in storia moderna presso l’Università di Alcalà e borsista di ricerca Margarita Salas, oltre che collaboratore di questo laboratorio. Nella sua ricerca post-dottorale, che svolge in parte all’Università di Cagliari, studia il fenomeno corsaro in Sardegna durante il XVII secolo: sia quello dei corsari dispiegati dall’isola per la difesa del territorio, sia quello degli attacchi ricevuti da parte dei corsari nordafricani.
Quest’ultimo punto risulta particolarmente importante per la domanda di ricerca che il LUDiCa 23 si pone, in quanto l’area del basso Sulcis e in particolar modo delle isole di San Pietro e Sant’Antioco è tra le aree maggiormente colpite da questi attacchi. Ancora di maggiore interesse, per un laboratorio di umanistica digitale come il nostro, è stato scoprire in che modo Álvaro ha pianificato la sua ricerca storica integrando nuove tecnologie per interrogare e analizzare le fonti storiche.
Nella giornata odierna l’obiettivo è quello di comprendere come, il supporto dei software Qgis e Geonode, possa facilitare la comprensione delle tematiche affrontate nella nostra ricerca grazie alla spazializzazione dei dati e delle informazioni a nostra disposizione.
Per consentirci di afferrare meglio il potenziale dei due software Álvaro ci mostra dapprima alcuni derroteros, o portolani, ossia opere manoscritte realizzate spesso durante l’esperienza di navigazione, che forniscono una serie di dettagli sulle rotte, le distanze e le direzioni tra i vari porti, oltre a importanti informazioni sulle maree, le correnti, i venti prevalenti, le secche pericolose e i principali punti di riferimento.
Alcuni derroteros giungono a noi spesso corredati di un documento scritto che fornisce ulteriori dettagli sui luoghi. È importante ricordarci che lo scopo della redazione dei derroteros era solitamente legato alla narrazione delle rotte di navigazione e alla segnalazione della presenza di eventuali pericoli per la sua realizzazione, come quello rappresentato dai corsari. Proprio per questo, le mappe contengono preziose informazioni toponomastiche, accuratamente scelte per l’individuazione di aree in cui avvenivano sbarchi o si realizzavano approvvigionamenti.
Con l’aiuto di Álvaro si è proseguito nella lettura di alcuni di questi documenti e poco dopo è emersa la necessità, per lavorare su questi documenti, di trasformarli in file di testo editabili in cui potessero essere aggiunte informazioni e annotazioni. Per fare questo Álvaro ha prima trascritto i documenti e poi utilizzato Markdown, un linguaggio di markup che consente di formattare il testo in modo semplice.
La seconda parte dell’intervento di Álvaro si è concentrata sulla spiegazione del meccanismo dei due software utilizzati nella sua ricerca, cosicché potessimo comprenderne davvero l’enorme potenziale.
Qgis (Geographic Information System) è un software gratuito e open source. Attraverso Qgis è possibile rappresentare i luoghi di cui i documenti ci danno notizia, classificare le informazioni con diversi descrittori e georeferenziare un’immagine.
Geonode è anch’esso un software gratuito e open source che permette di gestire contenuti geospaziali e consente inoltre di pubblicarli, punto fondamentale nella prospettiva di un lavoro collaborativo come quello del LUDiCa.
In conclusione, la ricerca di Álvaro affiancata all’uso di questi software ci ha permesso di vedere il Mediterraneo con gli occhi di chi disegnava i derroteros e navigava quei mari. Il suo intervento ci ha condotti a diversi modi di comprendere le fonti, di interrogarle, di capire e rappresentare i dati che contengono, con la possibilità di ricavare nuove intuizioni su un argomento specifico.
Nell’ultima parte della giornata la dottoressa Beatrice Schivo ha proseguito nell’illustrazione delle funzionalità di Omeka-S, un mondo nuovo in cui siamo sbarcati ieri e che siamo curiosi di scoprire in lungo e largo. Oggi siamo approdati in un ulteriore plug-in, Scripto, che useremo per trascrivere le fonti documentarie. Anche Scripto consente un lavoro condiviso, di collaborazione e comunicazione. Tre ingredienti fondamentali e immancabili nel lavoro del LUDiCa.
Solo in questo modo saremo capaci di rispondere alla nostra domanda di ricerca: qual è il rapporto della comunità di Sant’Antioco con il mare tra il XVIII e il XX secolo? Lo scopriremo insieme.