di Martina Porcu
Oggi, martedì 13 giugno, nell’Archivio di Stato di Cagliari, si è svolto il secondo incontro dell’edizione 2023 del LUDiCa. Con questa seconda giornata si è entrati nel vivo della prima fase di formazione chiamata “bottega digitale”, attraverso la lettura e lo studio della documentazione conservata in questo archivio.
L’obiettivo comune è la ricostruzione della storia moderna di Sant’Antioco, dalla sua fondazione Settecentesca fino al Novecento, con un’attenzione specifica al rapporto della sua comunità col mare.
L’Archivio di Stato di Cagliari è un ente conservatore che contiene la documentazione prodotta dalle istituzioni preunitarie e da quelle statali post-unitarie, archivi di enti pubblici e privati di particolare interesse storico. Oltre all’aspetto conservativo e di fruizione del patrimonio documentale, l’Istituto ha anche funzioni amministrative e di tutela della documentazione prodotta sempre dagli enti statali periferici.
Prima di consultare la documentazione, il fondatore e coordinatore del laboratorio, Giampaolo Salice, docente di Storia Moderna di UniCa, ci ha introdotto al mondo della ricerca archivistica raccontandolo come un percorso non semplice, spesso faticoso, ma allo stesso tempo affascinante, pieno di sorprese e di attrattive.
Dopo un breve excursus sulle principali caratteristiche della documentazione archivistica, il professore ci ha invitati a riflettere sulle domande da porsi prima di iniziare una ricerca d’archivio. Infatti, spiega che per utilizzare questo genere di documenti è necessario sapere da chi, quando e per quali scopi sono stati prodotti e come gli archivi ai quali appartengono si sono formati e trasformati nel corso dei secoli. Queste indicazioni sono valide per tutti gli archivi, a prescindere dalla loro natura, e per tutti gli utenti che vogliano svolgere le proprie ricerche facendo uso della documentazione archivistica. Ai fini della ricerca, inoltre, è utile sapere quale soggetto, o istituzione, nell’arco di tempo e nell’area geografica che ci interessa, possano avere svolto funzioni, opere e competenze che hanno portato alla produzione di documentazione scritta.
Nel caso specifico, i documenti analizzati provengono da tre fondi differenti dell’Archivio di Stato di Cagliari: il Regio Demanio, Feudi, che contiene documentazione amministrativa e giudiziaria dei feudi sardi raccolta a seguito dell’istituzione di una delegazione per la valutazione delle rendite feudali e la loro liquidazione mediante riscatto nel 1835; la Segreteria di Stato e di Guerra del Regno di Sardegna, un copioso archivio formato da 3935 unità relative al periodo sabaudo (1720-1848); l’UTE Vecchio Catasto terreni, costituito principalmente dalla documentazione prodotta in seguito alla misurazione dei terreni realizzata per la formazione del primo catasto terreni. Esso comprende, oltre al materiale cartografico, i registri delle matricole dei possessori, i registri delle partite e i sommarioni. Le mappe sono interamente digitalizzate e consultabili nel sito web dell’Archivio di Stato di Cagliari.
Sulla base della documentazione reperita in archivio, unitamente alle fonti bibliografiche e multimediali che si acquisiranno sull’argomento di ricerca, sarà realizzato un database, attraverso il software open source Omeka-S. Tutti i dati raccolti saranno quindi catalogati e georeferenziati e resi disponibili a tutti mediante la creazione di un portale web aperto.
A chiudere l’intensa giornata di studio sono arrivati i saluti da parte del direttore dell’archivio, il dott. Enrico Trogu, il quale ci ha fatto dono di una esclusiva e inedita visita a uno dei depositi presenti nell’edificio, nel quale ci ha presentato brevemente l’Istituto e le iniziative volte alla sua valorizzazione. Nei depositi dell’Archivio sono conservati circa 12 Km di documenti, consistenti in 25.000 unità tra buste, cartelle, registri, volumi, pergamene e carte sciolte, risultato dell’attività di molteplici soggetti produttori pubblici, nella quasi totalità appartenenti allo Stato, ma anche di soggetti privati, quali singoli o famiglie.
La giornata ci ha permesso di conoscere un mondo complesso quale quello degli Archivi, che ogni giorno accanto alle criticità legate alla conoscenza, alla fruizione e alla conservazione delle antiche fonti svolge un’importante opera di valorizzazione, promozione e divulgazione finalizzata al coinvolgimento di tutta la collettività, non solo degli studiosi e “addetti ai lavori”, cercando di avvicinarla al ricco patrimonio documentario storico, anche attraverso l’organizzazione di rassegne, convegni, seminari, presentazioni di volumi, visite guidate e laboratori didattici.