di Ilaria Todde
Nella giornata di oggi, venerdì 16 Giugno, si è svolto l’ultimo appuntamento della Bottega Digitale di LUDiCa 23. All’incontro hanno partecipato la professoressa Manuela Deiana, Il professor Alessandro Ruju e la professoressa Laura Longo dell’Associazionei Italiana di la Storia Orale – AISO.
AISO è l’associazione Nazionale di riferimento per tutte quelle persone che utilizzano la fonte orale come fonte storica, che sviluppano progetti di ricerca, di divulgazione, d’informazione in quest’ambito.
Durante il nostro campo estivo a Sant’Antioco ci interfacceremo con numerose testimonianze orali e ci troveremo a dover raccogliere interviste in prima persona. Per questo gli interventi e i consigli degli ospiti di oggi sono stati davvero preziosi.
Proprio in ideale continuità con il nostro campo estivo, dal 7 al 10 settembre 2023 si svolgerà, nello stesso paese sulcitano, prima Scuola di storia orale e public history nel paesaggio della Sardegna di AISO, organizzata in collaborazione con il LUDiCa e con le associazioni di promozione del territorio Welcome to S. Antioco, MuMA Hostel e CEAS. È una scuola di formazione che vuole fornire ai partecipanti gli strumenti di indagine della storia orale e della storia pubblica e digitale per conoscere il paesaggio in prospettiva storica, in dialogo con i formatori, con le associazioni locali e con la comunità.
La prima relazione è della professoressa Manuela Deiana, scienziata politica che ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia e Istituzioni nell’Africa Contemporanea. Per lungo tempo si è occupata della storia del Marocco nel periodo a cavallo tra il Protettorato e l’Indipendenza. Ha condiviso con la classe alcune delle sue esperienze e delle sfide che si è trovata ad affrontare nel corso della sua ricerca, durante la quale ha condotto un gran numero di interviste.
La professoressa Deiana nel suo intervento ci ha regalato preziosi consigli, invitandoci a riflettere sul rapporto che possiamo instaurare con chi partecipa alla ricerca, con le persone che intervistiamo, con la comunità nella quale ci inseriamo. Ha sottolineato che, quando raccoglieremo un’intervista, dovremo ricordarci che staremo entrando nella vita della persona intervistata: ci raccomanda di farlo con tatto, in punta di piedi.
Ci ha raccomandato di arrivare all’intervista con una buona base di preparazione, senza improvvisarci nelle domande. Non possiamo vivere l’intervista come una semplice chiacchierata ma dobbiamo conoscere l’argomento su cui vogliamo raccogliere la testimonianza.
Ancora, ha precisato che dobbiamo essere noi a impostare il taglio che avrà l’intervista tramite la tipologia di domande che scegliamo di fare, le persone che scegliamo d’intervistare e perfino i luoghi in cui decidiamo di svolgere le interviste.
La professoressa, in conclusione, ci ha presentato un progetto dell’associazione Yahad-In Unum, con la quale collabora. L’associazione si occupa di raccogliere le testimonianze orali dei testimoni oculari della Shoah nell’Est Europa, in particolare delle fucilazioni di massa. In questo progetto il testimone oculare conduce i ricercatori e le ricercatrici nei luoghi esatti della storia. Si tratta di un perfetto esempio di unione di storia orale, pubblica e digitale. Nel loro sito, infatti, è presente anche una cartografia digitale nella quale vengono geolocalizzati i punti in cui sono state ritrovate zone di esecuzione di massa.
Il secondo intervento è del professor Sandro Ruju, laureato a Roma con una tesi in sociologia. Il suo interesse di ricerca è la storia dell’imprenditoria e dell’industria sarda. Il professor Ruju ci ha raccontato la sua esperienza nella storia orale in Sardegna, fissando il punto di partenza delle sue ricerche nell’interesse per il movimento operaio. Negli anni si è poi occupato di produzione di sughero, di miniere e di comunità minerarie, di industria petrolchimica.
In questo secondo intervento è stata sottolineata l’importanza della fonte orale non solo per le informazioni storiche che può fornire ma per tutto il bagaglio di soggettività che porta con sé. Questa convinzione, il professore, racconta di averla raggiunta grazie agli insegnamenti di uno dei più grandi storici orali italiani, Giovanni Contini, con cui ha lavorato per anni.
Sandro Ruju ci ha presentato poi un concetto metaforico che è quello di intervista come “duello”. Ci potrà capitare di trovarci in un’intervista in cui il testimone ha già chiaro in sé quello che vuole raccontarci e noi, con le domande che a nostra volta abbiamo preparato e abbiamo ben chiare, glielo impediamo. Si crea quindi come un duello tra noi e il nostro intervistato. Sta a noi capire quando è il caso di cedere e lasciar spazio e quando, invece, possiamo insistere sulla nostra linea. Un altro consiglio fondamentale che potremo applicare sul campo!
Inoltre, sul sito Sandro Ruju, sono presenti numerosissime interviste che il professore ha realizzato durante la sua carriera. Per noi saranno un ottimo modo per prendere spunto e acquisire tecniche e idee da mettere in pratica.
L’ultima parte della lezione ha avuto come protagonista la professoressa Laura Longo. La sua formazione è piuttosto composita. È una sociologa che durante gli studi magistrali si è appassionata alla storia orale, attualmente insegna scienze umane alle superiori ed è socia dell’associazione AISO. Il suo primo campo di ricerca è stato quello della memoria delle catastrofi. Successivamente ritrova la storia orale nel suo dottorato di ricerca in storia delle donne e dell’identità di genere, dove intreccia la storia orale con la sociologia urbana.
Nel suo intervento ci ha riproposto alcuni concetti base della storia orale e ha tenuto a sottolineare che lo storico orale è uno storico tout court che usa tutte le fonti storiche e le integra con le fonti orali, alle quali dà centralità e priorità.
Secondo Laura Longo l’intervista è uno scambio di sguardi tra i due protagonisti (inter-vista) e ogni intervista è unica. Ha ripreso poi il concetto di soggettività visto precedentemente con Sandro Ruju: dobbiamo cercare il senso soggettivo e non la “verità assoluta”. È importante lasciar parlare liberamente l’intervistato anche se divaga e ci dà informazioni che sul momento ci pare di non poter collegare alla nostra domanda.
Anche la professoressa Longo ci ha fornito consigli pratici e fondamentali per la nostra prova pratica di storia orale.
Dobbiamo per prima cosa presentarci ai nostri interlocutori e raccontare che cosa stiamo studiando. È bene fare domande aperte e lasciar decidere al testimone di che cosa vuole parlare, cercando di non interromperlo. È fondamentale preparare un canovaccio delle domande che per noi sono più importanti. Quindi, come già ci è stato raccomandato: arriviamo preparati sull’argomento! Per far sì che il nostro interlocutore si trovi a suo agio, lasciamo scegliere il luogo dove si svolgerà l’intervista. Infine, certamente non vogliamo rischiare di perdere dati e lavoro, quindi oltre a videoregistratore e registratore audio, prendiamo appunti!
Con la lezione di ieri si è conclusa la prima parte, quella più “teorica”, del LUDiCa23. Ci sono stati forniti i vari strumenti che metteremo in gioco nella seconda parte, il campo estivo, che inizierà tra poco più di una settimana.
Starà a noi cercare di sfruttare al meglio ciò che abbiamo imparato in queste giornate.