Cos’è successo al LUDiCa il 20 Settembre?

a cura di Beatrice Basciu

Il 20 settembre 2024 si è svolto l’ultimo incontro della «Bottega Digitale» con due seminari condotti da Manuela Deiana e Laura Longo, entrambe esperte nel campo della storia orale e della ricerca storica. Le due relatrici, che uniscono una profonda preparazione teorica ad esperienze pratiche sul campo, hanno condiviso le loro riflessioni e esperienze di ricerca.

Il primo intervento, intitolato “Fare ricerca attraverso la storia orale”, è stato tenuto dalla professoressa Manuela Deiana. Attualmente insegnante nelle scuole della provincia di Cagliari, la Deiana ha un background accademico nelle scienze politiche e ha dedicato anni della sua carriera alla ricerca storica sul Marocco contemporaneo, in particolare durante il suo dottorato. La sua ricerca si è concentrata su testimoni oculari, ex combattenti del movimento di liberazione marocchino, donne che hanno vissuto battaglie significative e persone incarcerate durante periodi di conflitto.

La professoressa Deiana ha messo in luce l’importanza di costruire relazioni solide con i testimoni nel processo di ricerca, sottolineando come ogni intervista sia una relazione unica che va curata tenendo conto delle soggettività. Fare ricerca attraverso la storia orale richiede, infatti, grande attenzione, in quanto le fonti orali non sono semplicemente materiali aggiuntivi rispetto alle fonti tradizionali, ma devono essere considerate con pari dignità. La storia orale si basa su una metodologia che mette al centro la testimonianza diretta e la relazione tra il ricercatore e l’intervistato. La preparazione del ricercatore diventa quindi fondamentale, poiché una buona conoscenza preliminare permette di condurre interviste più approfondite e ottenere informazioni rilevanti.

Durante l’intervento, Deiana ha citato lo studioso Alessandro Portelli, che descrive la raccolta di fonti orali come un’“arte dell’ascolto”, dove il dialogo tra chi intervista e chi viene intervistato crea una connessione tra passato e presente. Importante è anche il contesto in cui si svolge l’intervista, che deve essere scelto con cura per mettere a proprio agio l’intervistato, e l’attenzione al linguaggio, evitando eventuali “tabù linguistici” che potrebbero mettere in difficoltà il testimone.

La professoressa Laura Longo ha presentato il secondo intervento della giornata, intitolato “Storie e memorie dell’Isola nell’Isola”. La Longo, sociologa con un dottorato in storia delle donne e identità di genere, attualmente insegna scienze umane e filosofia in un istituto superiore. Ha raccontato la sua esperienza alla scuola AISO, tenutasi a Sant’Antioco dal 7 al 10 settembre 2023.

Le scuole AISO sono workshop intensivi di quattro giorni che forniscono ai partecipanti strumenti di indagine legati alla storia orale e alla digital history per esplorare il paesaggio in una prospettiva storica.

Prima di condurre interviste e raccogliere testimonianze, Longo ha spiegato l’importanza di un approfondito studio preparatorio, necessario per comprendere il contesto e le dinamiche della comunità locale. Durante la scuola, i partecipanti hanno esplorato il territorio attraverso passeggiate senza un obiettivo preciso, lasciandosi guidare dal paesaggio e dalle persone che vi abitano. Questo tipo di esplorazione, a contatto diretto con il territorio e con i suoi mediatori, ha permesso di scoprire una comunità che non sempre si percepisce come tale, sollevando interrogativi che restano ancora aperti.

Le tematiche affrontate durante le interviste includevano questioni come la claustrofobia e la claustrofilia dell’isola, il rapporto con il lavoro, la trasformazione del territorio, la lingua sarda e il ruolo della scuola. Uno dei temi più complessi trattati è stato il “filtro della nostalgia”, spesso presente nelle interviste con persone anziane, che può influenzare il modo in cui i ricordi vengono narrati e interpretati.

Questo incontro ha messo in luce come la storia orale sia uno strumento potente per esplorare e comprendere le dinamiche sociali e culturali di una comunità, invitando i ricercatori a una riflessione profonda sulla natura delle testimonianze raccolte e sull’importanza di una preparazione accurata.


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