Cosa è successo al LUDiCa il 16 settembre?

di Maria Herres


Quale differenza c’è tra il David di Michelangelo e una foto del David di Michelangelo nella loro metadatazione con Omeka-S?

Sebbene il ragionamento del dott. Giommaria Carboni, proposto in occasione del suo seminario per il LUDiCa 25, evochi la pipa di René Magritte, il piano è del tutto differente.

Si parla appunto di Omeka-S, un content management system che consente di metadatare, raccontare e spazializzare una ricerca. La S sta per semantic: sistemi di fonti diversamente descritte (quindi di formato diverso, dal file audio di un’intervista alla foto del documento d’archivio) possono essere tradotti in metadati standard interoperabili.

Omeka-S ci permette di tenere sotto controllo le informazioni che dobbiamo raccogliere durante il laboratorio per rispondere alla nostra domanda di ricerca.

Citando La teoria del restauro di Brandi, il dott. Carboni ci ricorda che l’oggetto non è la sua rappresentazione. Quando metadatiamo utilizzando Omeka-S dobbiamo sempre chiarire a noi stessi se vogliamo descrivere l’oggetto o la sua rappresentazione. La foto che rappresenta l’oggetto non è l’oggetto stesso.

Su Omeka-S si possono descrivere sia i metadati inerenti all’oggetto (il David) sia quelli relativi al media che lo rappresenta (la fotografia). L’oggetto digitale, quindi la fonte di nostro interesse, viene descritta con uno specifico modello di risorsa, cioè una serie di metadati normalizzati per quella tipologia di oggetto.

Per le foto, ad esempio, in Italia si usa lo standard F. È molto complesso. Ci sono però campi minimi che sarà bene compilare: l’autore, il supporto, il colore, il modello della macchina fotografica o del telefono, etc. Se la foto non ci appartiene è meglio acquisirla insieme a una liberatoria firmata da chi ne detiene i diritti.

La metadatazione prosegue con la mappatura delle nostre fonti, attraverso uno specifico plugin che consente di geolocalizzare gli oggetti che inseriamo nella piattaforma.

Omeka-S consente di mettere in relazione due o più oggetti metadatati. 

Dove possiamo andare a cercare le fonti che ci serviranno per il laboratorio di LUDiCa 2025? Diverse le possibilità: la Mediateca del Mediterraneo, dove è possibile consultare l’archivio storico del comune o fondi digitalizzati come l’archivio dell’Unione Sarda; l’Archivio di Stato, gli archivi delle confraternite. Per le fonti audio-visive, le registe e antropologhe Maria Anedda e Laura Delussu, autrici del documentario Is cantoris de Cida Santa che vedremo il 23 settembre alla Fondazione Siotto, mettono gentilmente a disposizione del laboratorio un’ampia raccolta di materiale. Per altre fonti visive ci si può anche rivolgere alla Cineteca sarda

Il prof. Salice aggiunge in chiusura l’invito a tenere in considerazione anche al “come una confraternita si autorappresenta sui social”.

Io mi chiedo: la pagina su Facebook dei cantori di San Giovanni sono i cantori di San Giovanni? La pipa di Magritte mi ricorda che non la posso fumare.

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