Docenti e Seminari | 2024

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CARLOFORTE E SANT’ANTIOCO SPAZI DI DISCUSSIONE E SPERIMENTAZIONE DELLA STORIA DIGITALE PARTECIPATA

Il LUDiCa 24 è prima scuola estiva nazionale di Storia Digitale e Pubblica, che si avvale della collaborazione di esperte ed esperti di ambiti scientifici e professionali diversi che, con le loro conoscenze, aiutano studentesse e studenti a orientarsi nel mondo dell’umanistica digitale e pubblica e ad approfondire la conoscenza dei temi della ricerca al centro della scuola

Le e i docenti del LUDiCa 24 sono espressione di AIPH, CISPH, AISO, AIDUSA, del francese CNRS, dell’irlandese University College Dublin e di diversi atenei italiani tra cui UNICA, UNIBO, UNIMC, UNIMORE, UNISA, UNIPI.

In questa pagina puoi consultare i profili dei e delle docenti , con data e tema dei seminari che si terranno nell’ambito della scuola.


DOCENTI

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Confini, frontiere, muri, limiti: isole e isolamento nell’immaginario cinematografico

L’intervento intende proporre una riflessione sui concetti riportati nel titolo dell’intervento a partire da una rapida panoramica su casi rappresentativi della produzione cinematografica internazionale

Antioco Floris è professore ordinario all’Università di Cagliari dove insegna estetica e tecnica del cinema e linguaggi dell’immagine e coordina la laurea magistrale in Produzione multimediale. È direttore del CELCAM e condirettore de «L’avventura. International Journal of Italian Film and Media Landscapes» pubblicata da Il Mulino. Svolge ricerca prevalentemente sul cinema nel Terzo Reich, sulla formazione al cinema e agli audiovisivi, sulle problematiche dell’identità nel cinema locale. Nell’ambito dell’attività universitaria ha prodotto diversi cortometraggi e documentari che hanno partecipato a rassegne e festival internazionali

25/09/2024, ore 18    

 

SANT’ANTIOCO

Fotografia e Public History: memorie, narrazioni partecipate e aspetti metodologici

La lezione intende introdurre il tema della fotografia come fonte per la Public History a partire dalle funzioni memoriali e di “macchina” del ricordo tipiche del mezzo fotografico. La fotografia infatti, fin dalle sue origini, ha svolto un ruolo fondamentale nella documentazione e nella conservazione della memoria storica, aspetti, questi, che in ambito di Public History possono diventare uno strumento di partecipazione attiva e di costruzione condivisa del passato. Tali processi di coinvolgimento attivo dei membri di una comunità nella raccolta delle immagini, così come nella loro selezione e lettura/interpretazione diventano un’importante opportunità per la comunità per lavorare alla ricostruzione critica della propria identità e memoria.
Si partirà dunque affrontando alcuni casi studio che illustrano tali funzioni della fotografia in progetti di costruzione partecipata di archivi e memorie di comunità, affrontando inoltre aspetti relativi alla natura delle fonti fotografiche, con particolare attenzione alla cosiddetta fotografia “vernacolare”, agli strumenti e alle buone pratiche da utilizzare durante i processi di partecipazione della comunità, fino alla transizione al digitale che ha modificato le pratiche di produzione, disseminazione e archiviazione della fotografia.
Si presenterà infine lo stato dell’arte delle esperienze di catalogazione e di definizione di standard catalografici e di digitalizzazione, in particolar modo a livello nazionale, con riferimenti anche al contesto internazionale. Si tratta di attività che hanno permesso di avviare importanti processi di patrimonializzazione, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio fotografico italiano, aprendo la possibilità per il public historian di lavorare sulla disseminazione delle fonti e sulla costruzione di nuove narrazioni attraverso un patrimonio fino a pochi anni fa precluso al grande pubblico.

Raffaella Biscioni è Professoressa associata presso il Dipartimento di Beni Culturali all’Università di Bologna, Campus di Ravenna, nel settore L-ART/06 CINEMA, FOTOGRAFIA E TELEVISIONE. Specializzata in storia della fotografia, ha approfondito lo studio della fotografia come documentazione del patrimonio culturale e delle metodologie di conservazione, gestione e archiviazione con le nuove tecnologie digitali. Ha studiato l’uso della fotografia come mezzo di comunicazione e come strumento di propaganda. Ha pubblicato vari saggi, articoli, curatele e monografie, su temi che vanno dalla archeologia industriale, alla storia sociale e del lavoro, alla ricostruzione della memoria visuale della guerra. Negli ultimi anni si è dedicata ad approfondire le relazioni della PH con l’attività di valorizzazione e conservazione del patrimonio fotografico, partecipando al gruppo di lavoro per l’organizzazione della prima Conferenza AIPH a Ravenna 2017 e curando diverse pubblicazioni. Dall’aprile 2021 è coordinatrice del gruppo di lavoro AIPH-SISF “Fotografia e Public History” dedicato allo studio e valorizzazione della fotografia come strumento di memoria e narrazione del passato con particolare riferimento ai patrimoni fotografici e “vernacolari” e alla storia di genere. Ha collaborato con unità di ricerca di università italiane e di istituzioni culturali attive nell’ambito della tutela e valorizzazione del patrimonio fotografico, partecipando ed anche organizzando diversi convegni nazionali e internazionali. Accanto all’impegno accademico ha diretto attività di catalogazione e riordino archivistico di fondi fotografici nonché di consulenza e coordinamento per progetti espositivi e di catalogazione e digitalizzazione di collezioni fotografiche per istituzioni culturali pubbliche e private, svolgendo inoltre una continuativa e intensa attività sul territorio, in collaborazione con istituzioni culturali pubbliche e private, soprattutto nella Regione Emilia-Romagna. Ha partecipato a progetti nazionali competitivi (PRIN) e ha avuto la direzione di un progetto competitivo nazionale (Bando BRIC INAIL) nel 2019-21. Dal settembre 2023 è responsabile dell’Unità Locale del Progetto di rilevante interesse nazionale – PRIN 2022 “Criminal Portraits. History and Photography of Italian Crime News (1861-1961)” dedicato agli archivi fotografici del crimine e di cronaca nera. Dal marzo 2021 è membro del consiglio direttivo della Società italiana per lo studio della fotografia – SISF e dal giugno 2022 è membro del Comitato di Direzione della Rivista «RSF – Rivista di Studi di Fotografia», rivista riconosciuta di classe A per il settore L/ART 06 e L/ART03.

18/09/2024, ore 15 

CAGLIARI (BOTTEGA DIGITALE)

Al LUDICa 2024 parteciperò alla serata di apertura del Campo estivo di Carloforte e assisterò gli studenti impegnati nel campo estivo.

Antonio Canovi è presidente di AISO. È storico della memoria. Con questo orecchio, ha dato ascolto a un certo numero di storie di vita, che lo hanno portato a raccontare geografie varie: quartieri operai, banlieues urbane, distretti cooperativi e industriali, paesaggi migranti, territori anfibi, reti educative e della salute. Promuove progetti di geostoria e conduce un’intensa attività didattica. Fa capo tra Reggio Emilia e Modena, con una predilezione per l’Appennino e buone frequentazioni nella regione parigina.

23/09/2024, ore 18:00

CARLOFORTE

Tecnologie digitali per la mappatura partecipata del patrimonio culturale

Ai partecipanti al campo estivo verrà messa a disposizione la piattaforma di mappatura partecipata Cartospot, sviluppata all’interno dello Spatial Dynamics Lab della University College Dublin e già testata con diverse comunità locali in Europa. Un esempio è il progetto Heritact, che ha utilizzato Cartospot per mappare storie e valori della comunità di Ballina in Irlanda. Le informazioni raccolte sono state fondamentali per scoprire e mappare nuove opportunità per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di Ballina. Gli studenti del Ludica impareranno a creare un questionario e ad analizzare i dati raccolti in maniera collaborativa, esplorando la storia e le memorie di Carloforte e Sant’Antioco.

Chiara Cocco è docente di Digital Technologies and Environmental Design presso la University College Dublin, dove insegna nei corsi di laurea triennale in Architettura e nel Master in Architecture, Urbanism, and Climate Action. Attualmente è coinvolta in diversi progetti e iniziative internazionali finanziate dalla Commissione Europea e coordina un progetto PNRR in Irlanda. La sua ricerca si concentra principalmente sull’uso delle tecnologie digitali per il coinvolgimento dei cittadini nell’osservazione, nell’interpretazione e nella co-progettazione dei loro spazi e delle problematiche locali..

16/09/2024, ore 15:00 

CAGLIARI (BOTTEGA DIGITALE)

Manuela_Deiana

Fare ricerca attraverso la storia orale

Il mio intervento a LUDICa 2024 mira ad introdurre la storia orale come prassi dell’ascolto e ad illustrare le peculiarità metodologiche della produzione e dell’utilizzo delle fonti orali.

Manuela Deiana, PhD, è docente di storia nei licei. Laureata in Scienze Politiche e in Storia, ha conseguito un Dottorato di ricerca in Storia e Relazioni internazionali dell’Africa all’Università di Cagliari e il Master in Public and Digital History (all’Università di Modena e Reggio Emilia). Collabora con AISO e lavora come formatrice per insegnanti europei nell’ambito della storia e della didattica della Shoah.

20/09/2024, ore 15 

CAGLIARI (BOTTEGA DIGITALE)

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Cibo, storia e comunità locali. Percorsi per un’indagine partecipata

Produrre, consumare, commerciare cibo sono atti economici e politici che non interessano solamente la mera sfera dell’alimentazione e del soddisfacimento di un bisogno umano primario, ma implicano un coinvolgimento degli individui e delle comunità nel loro più intimo percorso storico. Negli ultimi anni il tema del cibo si è affermato nel dibattito pubblico, sia nella sua espressione prettamente gastronomica (produzione, attenzione alla qualità, diffusione di una cultura maggiormente attenta alla salute), sia nelle sue rappresentazioni simboliche, storiche, religiose. Il contesto italiano fornisce quotidiani esempi di progetti che si pongono come obiettivo la valorizzazione territoriale attraverso la riscoperta (se non la totale invenzione) di cibi tradizionali, spesso connessi alla salvaguardia e alla valorizzazione delle aree interne o dei borghi. L’intervento si propone di fornire spunti di riflessione e strumenti per un’indagine pubblica e partecipata per la ricerca storica sul cibo locale, in rapporto al contesto sardo e mediterraneo.

Roberto Ibba è dottore di ricerca in Storia moderna e contemporanea presso l’Università di Cagliari. Dal 2016 cura con la professoressa Cecilia Novelli il Public History Lab nel Dipartimento di Scienze politiche e sociali dello stesso ateneo. Nel 2022 ha vinto una borsa di ricerca della Giunta Centrale degli Studi Storici sul tema della cancel culture. Nel 2023 ha coordinato con Emanuela Locci e Alice De Matteo il progetto “A tavola con Garibaldi e Mazzini”. Attualmente è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza di UniCa. Ha portato avanti diversi progetti di storia locale e di Public History con amministrazioni locali e associazioni. Dal 2022 è segretario dell’AIPH.

26/09/2024, ore 18:00 

SANT’ANTIOCO

Laura Longo

Laura Longo

Storie e memorie dall’isola nell’isola: racconto essenziale della prima Scuola di storia orale e public history nel paesaggio di Sant’Antioco

Nel settembre 2023 si è tenuta la prima Scuola di storia orale e public history in Sardegna, nel paesaggio di Sant’Antioco. La Scuola è stata organizzata da AISO, in collaborazione con LUDiCa e le associazioni del territorio Welcome to Sant’Antioco aps, Muma Hostel e Ceas di Sant’Antioco. Durante le quattro giornate di studio e ricerca sul campo, si sono tenuti laboratori, geoesplorazioni del paesaggio e lezioni dedicate alle microstorie della comunità e a tutti quei saperi non ancora indagati dalla storiografia, in modo da valorizzarli e renderli patrimonio comune attraverso la pubblicazione sul portale del LUDiCa del lavoro raccolto. La relazione nell’ambito della Scuola nazionale di storia digitale e pubblica intende riportare i temi emersi, le metodologie utilizzate e le scie delle memorie che sono state tracciate in questa prima sperimentale esperienza.

Attualmente è docente di scienze umane e filosofia nella scuola secondaria di secondo grado a Cagliari. Laureata in Comunicazione pubblica, sociale e politica presso il dipartimento di Scienze sociali dell’università “Federico II” di Napoli, ha un dottorato di ricerca in Storia delle donne e delle identità di genere, conseguito all’università L’Orientale di Napoli. È membro della giunta dell’AISO e collabora, in veste di sociologa e formatrice, con diverse associazioni del terzo settore.

20/09/2024, ore 15 

CAGLIARI (BOTTEGA DIGITALE)

lutzu

Condurre e registrare una intervista: dalla teoria alla pratica

Il seminario introduce alla conduzione di interviste in ambito etnografico approfondendo inoltre le tecniche di registrazione audio e video con strumenti digitali.

Marco Lutzu è professore di etnomusicologia all’Università degli Studi di Cagliari. Ha condotto ricerche sul campo in Sardegna, Cuba e Guinea Equatoriale, occupandosi di rapporti tra musica e religione, poesia improvvisata, etnomusicologia audiovisiva e organologia . È direttore scientifico dell’Enciclopedia della Musica Sarda (L’Unione Sarda, 2012).

21/09/2024, ore 15:00 

CAGLIARI (BOTTEGA DIGITALE)

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Musiche di qua e di là del mare

L’insularità viene sovente considerata come una speciale condizione di vita, una rappresentazione di lontananza, di distacco, chiusura, di separazione e rinascita. Un luogo, l’isola, che in virtù della netta separazione dalla terraferma, favorirebbe la conservazione di modi di vita arcaici, incorrotti, di manifestazioni culturali remote, incontaminate e, tra queste, di espressioni musicali pure, autentiche, se non, addirittura, primordiali… Sulla base di casi di studio di diversa provenienza, documentati da materiali audio video, la mia relazione vuole quindi ragionare sulla questione musica/insularità sia per quanto riguarda il fare musica, sia per i relativi significati simbolici.
Punto di partenza non potrà non essere la musicalità dell’isola che ci ospita …

Ignazio Macchiarella è Professore Ordinario di Etnomusicologia presso l’Università di Cagliari. Fra l’altro: è segretario generale dell’European Seminary on Ethnomusicology (Esem); è stato presidente del comitato italiano dell’ICTM/Unesco; è Direttore del Labimus (Laboratorio interdisciplinare sulla musica dell’Università di Cagliari). I suoi lavori riguardano soprattutto lo studio delle multipart music come “mode of musical thinking, expressive behaviour and sound” in o.

26/09/2024, ore 18:00

 CARLOFORTE

MARTORELLI_Ludica

 

Le catacombe di sant’Antioco nel panorama dei cimiteri ipogei degli antichi cristiani: la Sardegna e le isole del Mediterraneo.

“Si tratterà di ripercorrere la storia degli studi e delle scoperte relative alla Catacomba di Sant’Antioco e il suo ruolo nella vita dell’antica Sulci, di cui fu il cimitero cristiano per eccellenza. La catacomba sarà descritta con particolare riferimento al repertorio iconografico che la decorava, di cui oggi rimangono pochi tratti, ma che un intervento di restauro appena concluso ha messo bene in evidenza.
Inoltre, il caso sardo sarà messo a confronto con simili realtà presenti in altre isole del Mediterraneo (Capraia, Sicilia e Malta), al fine di evidenziare analogie e differenze nella ritualità funebre degli antichi, sotto l’influenza delle idee cristiane.”

“Archeologa cristiana, Professore Ordinario presso l’Università di Cagliari, ha ricoperto il ruolo di Direttrice della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dal 2012 al 2018 e di Presidente di Facoltà dal 2015 al 2021.
E’ titolare degli insegnamenti di Archeologia cristiana e medievale, Archeologia barbarica e bizantina, Iconografia e iconologia cristiana. Si occupa di temi relativi alla vita delle prime comunità cristiane in generale nel mondo mediterraneo, con particolare attenzione all’ambito insulare e alla Sardegna: archeologia urbana con riferimento alla nascita della città cristiana, culto dei santi, archeologia funeraria dei primi cristiani, iconografia paleocristiana. Ha diretto e partecipato a numerose campagne di scavo, a Roma, in Liguria, in Corsica; in Sardegna a Cagliari, Cornus, Nora, Nuraminis. In particolare ha avuto la direzione scientifica dell’area archeologica sottostante la chiesa di Sant’Eulalia e, attualmente, del settore Sigma nell’ex area militare di Nora, all’interno del Progetto Isthmos (coord. Marco Giuman e Romina Carboni). E’ membro della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra (Città del Vaticano), per conto della quale cura la conservazione, la ricerca scientifica e la comunicazione nella catacomba di Sant’Antioco. Ha preso parte e coordinato numerosi progetti di ricerca locali, nazionali ed internazionali. Partecipa regolarmente a Congressi Nazionali ed Internazionali su tematiche specifiche dell’Archeologia cristiana.”

24/09/2024, ore 18:00

SANT’ANTIOCO

Storia e metodi della Public History italiana ed internazionale

La Public history, come sotto-disciplina o campo della storia, procede da percorsi diversi in ogni paese, ma costruisce un racconto storico per e con il pubblico che si discosta dalla storiografia tradizionale raccolta nei libri accademici. I racconti del passato inscenati nell’ambito della public history partono da una diversa ermeneutica, influenzata anche dalla rivoluzione digitale e dall’uso di diversi media. Essi si basano talvolta sulla condivisione di conoscenze, sul ricorso nei progetti ad una pluralità di ruoli professionali e su racconti collettivi e partecipativi da parte di specifiche comunità. Un racconto di public history deve essere inoltre in grado di suscitare emozioni e di coinvolgere attivamente il pubblico nella rete e nei media sociali come nelle piazze pubbliche, nei teatri, nei documentari come nei parchi storici, davanti ai monumenti o attorno al patrimonio culturale materiale ed immateriale. Il racconto offerto dalla Public History passa attraverso la critica e la condivisione delle fonti ma anche dei metodi critici che supportano la costruzione partecipata del racconto storico.

Serge Noiret è dottore in storia contemporanea (Ph.D.) dell’l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole e Docteur en Philosophie et Lettres de Belgique. Ha fatto ricerca e pubblicato in modo estensivo sulla storia politica italiana della prima metà del Novecento. Dalla metà degli anni ’90 si è interessato all’impatto delle nuove tecnologie digitali sul mestiere di storico e sulla gestione dei patrimoni storici in ambito MAB. Oggi si occupa di storia ed ermeneutica della public history italiana ed internazionale e di digital public history. E’ membro di diversi consigli scientifici in Italia e in Francia e della direzione delle riviste Ricerche Storiche e Memoria e Ricerca. Le sue pubblicazioni sono disponibili nel blog Digital & Public History – dph.hypotheses.org

23/09/2024, ore 18:00 

SANT’ANTIOCO

Chiara-Ottaviano

Uno stereotipo di successo: essere “un’isola nell’isola”

Ragusa è l’ultima provincia d’Italia, geograficamente più a sud di Tunisi. Non è raggiunta da autostrade ed è quasi del tutto inutilizzato il servizio ferroviario che prevede ore e ore di viaggio per raggiungere Palermo o anche solo Catania. Eppure, nonostante questi aspetti di indubbio svantaggio, rispetto al resto della Sicilia e a buona parte del sud d’Italia Ragusa e i paesi della provincia vantano migliori condizioni economiche e sociali. Con orgoglio i ragusani ritengono di vivere in “un’isola nell’isola”. Come è possibile che una fattore penalizzante, come l’isolamento, sia percepito come positivo? Quali i fondamenti di quest’opinione diffusa?

Chiara Ottaviano ha ricevuto il Premio Nazionale Claudio Pavone. La storia come impegno civile nel 2023, anno della prima edizione. E’ stata professionalmente impegnata nel campo della Public History fin dalla metà degli anni Ottanta con Cliomedia Officina ed è una delle fondatrici dell’AIPH, l’Associazione italiana di Public History. E’ nella direzione della rivista di storia contemporanea “”Memoria e ricerca””. Dal 1993 al 2012 ha insegnato Storia e sociologia della comunicazione di massa al Politecnico di Torino e all’Università di Torino e del Piemonte Orientale.
Ha curato mostre storiche e programmi televisivi, diretto documentari e collane editoriali e per vari e originali progetti ha diretto e coordinato team di studiosi e professionisti. In anni più recenti con con Archivio degli Iblei (www.archiviodegliiblei.it) e Cliomedia Public History, entrambe Associazione di Promozione Sociale, ha curato progetti di Digital e Public History consultabili sul portale www.labstoria.it. Ha diretto l’Archivio Storico di Telecom Italia dal 2000 al 2016. Nel 2012 ha prodotto il film documentario Terramatta presentato al Festival Internazionale del Cinema di Venezia, vincitore tra i tanti premi del Nastro d’Argento nel 2013 come miglior documentario italiano dell’anno. Nel 2019 ha curato la mostra BVLGARI. La storia, il sogno, promossa dal Polo Museale del Lazio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Gruppo BVLGARI. Fra i lavori in corso due film documentari: “Imprevisto Sud” e “Gela 1943: lo sbarco”.

24/09/2024, ore 18:00

CARLOFORTE

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Insularità, isolanità e insularismo nel Mediterraneo (XIX e XX secoli)

Le isole costituiscono un osservatorio privilegiato per analizzare l’immaginario, le pratiche di controllo e di socialità, la mobilità e i fenomeni migratori, la sperimentazione e la circolazione di idee e, non da ultimo, le dinamiche conflittuali. In questo intervento si intende prendere in esame, attraverso alcuni casi di studio, tre concetti chiave nell’ambito degli studi insulari: l’insularità, l’isolanità e l’insularismo.

Deborah Paci è Professoressa Associata di Storia Contemporanea presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. I suoi studi vertono sui sistemi di connettività insulari nell’area mediterranea e baltica, sui nazionalismi sub-statali, sul fascismo italiano, sulla cultura politica francese dell’Ottocento e sulla digital public history. Il filone di ricerca su cui lavora da anni riguarda i movimenti nazionalisti sub-statali, in particolare nei contesti insulari. Su questi temi ha pubblicato le sue tre monografie: Between the Seas. Island Identities in the Baltic and Mediterranean Seas (Bloomsbury Academic, 2023), L’arcipelago della pace. Le isole Åland e il Baltico (XIX-XXI sec.) (Unicopli, 2016), Corsica fatal, Malta baluardo di romanità. L’irredentismo fascista nel mare nostrum (1922-1942) (Le Monnier-Mondadori Education, 2015).

25/09/2024, ore 18:00 

CARLOFORTE

Pinna_unica

 

Il ruolo dell’Archeologia Pubblica nella Public History. E viceversa

La Public Archaeology si affaccia negli anni Settanta del XX secolo nel dibattito scientifico internazionale e, in special modo, nel mondo anglosassone, con azioni dal forte impatto etico e politico. In Italia non mancano in quegli stessi anni le riflessioni e le esperienze di ambito universitario particolarmente attenti alle ricadute della ricerca archeologica sulla società, anche se è solo nel corso del primo decennio del XXI secolo che si comincia ad usare l’espressione l’Archeologia pubblica e si strutturano una serie di iniziative che raccolgono le esperienze di partecipazione alla ricerca in campo archeologico, così come le riflessioni sugli aspetti culturali, sociali, economici, educativi, legislativi e organizzativi della via italiana alla Public Archaeolgy. Contemporaneamente l’insegnamento dell’Archeologia pubblica trova spazio nell’offerta formativa universitaria e sviluppa una specifica produzione di contributi scientifici, accanto una crescita nei numeri e nella consapevolezza delle esperienze di coinvolgimento delle comunità locali. Risale al 2012 il primo congresso nazionale di Archeologia pubblica. Un buon numero di archeologi aderisce fin dalla fondazione all’Associazione Italiana di Public History e partecipa alle sue attività fin dal primo convegno AIPH di Ravenna del 2017. Vale la pena riflettere, a questo punto del cammino, su quale sia il rapporto tra le due discipline, quali siano le differenze tra esse e come possano integrarsi e contaminarsi nel modo più stimolante ed efficace per realizzare le rispettive finalità.

Fabio Pinna è professore associato di Archeologia cristiana e medievale nel Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali dell’Università di Cagliari. Tra le varie discipline, insegna ‘Archeologia pubblica e comunicazione dei beni culturali’ nei corsi di laurea magistrale in Archeologia e in Storia dell’arte. Insegna, inoltre, ‘Archeologia e società contemporanea’ nella Scuola di specializzazione in Beni archeologici della stessa università. Giornalista pubblicista dal 1997, ha promosso e, dal 2011, coordina le attività del Laboratorio di Didattica e Comunicazione dei Beni Culturali (Vestigia_UniCa); è responsabile scientifico per l’Università di Cagliari per la manifestazione Monumenti Aperti; dal 2017 è socio dell’Associazione Italiana di Public History. Direttore responsabile e journal manager della rivista open access ArcheoArte, è membro della commissione di Ateneo per la Scienza Aperta (Open Science).

19/09/2024, ore 15 

CAGLIARI (BOTTEGA DIGITALE)

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Patrimonio culturale e città storica. Sant’Antioco tra passato e presente

Al LUDiCa24 proporrò un percorso di visita che, attraverso la rilettura sincronica e diacronica di alcuni dei più significativi beni del patrimonio culturale locale, sarà capace di illustrare l’evoluzione storico-architettonica dell’insediamento urbano.

Valentina Pintus è ricercatrice di Restauro presso il DICAAR dell’Università degli Studi di Cagliari, dove insegna anche alla Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio. Attualmente è Responsabile scientifico dell’unita di ricerca PRIN2022 “PLanETs. Production Landscapes through Energy Transitions”. Altri interessi di ricerca riguardano il progetto per le architetture fortificate, l’accessibilità per il patrimonio culturale, il ruolo delle donne nel progetto per le preesistenze.

23/09/2024, ore 16:30  SANT’ANTIOCO

Media, isole, immaginari

Intorno alle isole si sono prodotti nel corso della storia d’Italia una serie di immaginari legati al racconto della marginalità e della violenza. Se pensiamo alla narrazione delle mafie e alla sua cinematografia, la Sicilia diventa il far West italiano, come appare nei film di Pietro Germi e Damiano Damiani. Se pensiamo alla Sardegna, invece, tornano alla mente le immagini del banditismo, dell’anonima sequestri il cui racconto puo essere simbolicamente sintetizzato tra la vicenda di Graziano Mesina e il sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi. A questi immaginari sono legati anche quelli della condizione carceraria come l’isolamento del boss Raffaele Cutolo al carcere dell’Asinara o al periodo di “detenzione” protettiva, in quello stesso luogo ormai defunzionalizzato ma ricco di significato, dei giudici Falcone e Borsellino per consentire la preparazione del maxi processo lontani dai pericoli di Palermo. Potremmo definirla una condizione di isolamento al quadrato.

Professore associato di Storia Contemporanea e docente di Public & Digital History presso l’Università di Salerno. Già componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione italiana di Public History (Aiph); membro del consiglio direttivo del Centro Interuniversitario per lo Sviluppo della Public History (Cisph) presso Roma Tre; componente del comitato scientifico della “Biblioteca digitale sulla camorra e sulla cultura della legalità” presso l’Università Federico II di Napoli. È il direttore scientifico de la Galleria virtuale sulle mafie e l’antimafia nella Casa/Museo “Joe Petrosino”, realizzata in collaborazione con Rai Teche e l’associazione “Libera contro le mafie”. Nel 2005 ha ricevuto il premio nazionale “Marcello Torre” per l’impegno civile; nel 2011, in qualità di curatore dell’antologia Strozzateci Tutti (Aliberti, 2010), ha vinto il premio nazionale “Paolo Giuntella” per la libertà d’informazione; nel 2016 gli è stato attribuito il premio “Pasquale Campanello” per l’impegno quotidiano contro le mafie; nel 2021 ha ricevuto il premio “Michele Cavaliere” per la Giustizia e la Legalità; nel 2022, come autore de Lo spettacolo della mafia. Storia di un immaginario tra realtà e finzione, ha vinto il premio nazionale “Giancarlo Siani”.
Ha scritto Libero Grassi. Storia di un siciliano normale (Ediesse, 1997); Le strade della Violenza. Malviventi e bande di camorra a Napoli (l’ancora del mediterraneo, 2006); Napoli… Serenata calibro 9. Storia e immagini della camorra tra cinema sceneggiata e neomelodici (Liguori, 2007); Libero Grassi. Storia di un’eresia borghese (Feltrinelli, 2012), da cui è tratta la docufiction Io sono Libero (Rai Uno, 2016) Il sindaco gentile. Gli appalti, la camorra e un uomo onesto. La storia di Marcello Torre (Melampo, 2016), da cui è stato tratto il documentario Seduto su una polveriera (Rai Storia, 2017); La nazione del miracolo. L’Italia e gli italiani tra Storia, memoria e immaginario (1963-1964) (Castelvecchi, 2018); Lo spettacolo della mafia. Storia di un immaginario tra realtà e finzione (Edizioni Gruppo Abele, 2019). Ha curato le opere collettive Strozzateci Tutti (Aliberti, 2010), Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia (Castelvecchi, 2012), Dialoghi sulle mafie (Rubbettino, 2015), 2 giugno. Nascita, storia e memorie della Repubblica. Immaginari, linguaggi e rituali (Viella 2020); I briganti e le vittime della nazione. Il paradigma vittimario nella storia d’Italia, dal Risorgimento al tempo presente (Viella, 2024). Ha coordinato e curato il primo rapporto nazionale su Le mafie nell’era digitale. Rappresentazione e immaginario della criminalità organizzata da Wikipedia ai social media (FrancoAngeli, 2023).

25/09/2024, ore 18:00  SANT’ANTIOCO

salice

COORDINATORE DEL LUDICA

Giampaolo Salice è professore associato di Storia Moderna all’Università degli studi di Cagliari. Ha fondato e dirige il LUDiCa. È componente del Consiglio direttivo dell’Associazione Italiana di Public History (AIPH) e del Consiglio Direttivo del Centro Interuniversitario per la ricerca e lo sviluppo della Public History (CISPH). È stato recentemente eletto direttore del DH UNICA Centro Interdipartimentale per l’Umanistica Digitale dell’Università di Cagliari. Ha scritto saggi e monografie a circolazione internazionale sui temi della diaspora e delle mobilità mediterranee in rapporto alle politiche di colonizzazione interna e ripopolamento. È responsabile scientifico, tra gli altri, dei programmi di ricerca «Colonizzazioni interne e migrazioni» e «Atlante per la Storia Marittima della Sardegna» (ASMSA). Fa parte della equipe di ricerca del programma Gouviles.

23-28/09/2024, ore 18:00

CARLOFORTE / SANT’ANTIOCO

INCONTRO DI APERTURA DEL CAMPO ESTIVO DI CARLOFORTE

In qualità di presidente di AIPH, Enrica Salvatori terrà l’incontro di apertura del campo estivo nella cittadina tabarchina, discutendo di temi e problemi della public history italiana in rapporto alla scuola estiva.

Enrica Salvatori È professoressa associata di Storia Medievale all’Università di Pisa e presidente dell’Associazione Italiana di Public History. Insegna Storia Pubblica Digitale nel corso di laurea magistrale di Informatica Umanistica, Storia degli Insediamenti Tardo Antichi e Medievali nel corso di laurea magistrale di Archeologia; e Storia Medievale ed Esegesi delle fonti medievali nel corso di laurea di Storia. Ideatrice e co-titolare, con Maria Simi, del Seminario di Cultura Digitale, è stata direttrice del Laboratorio di Cultura Digitale (http://www.labcd.unipi.it/) dal 2011 al 2021; dal 2021 al 2024 direttrice del Polo Multimediale del CIDIC dell’Università di Pisa; dal 2015 al 2020 nel direttivo dell’Associazione Italiana per l’Informatica Umanistica e la Cultura Digitale (AIUCD); dal 2017 al 2023 nel direttivo dell’Associazione Italiana di Public History. Vicedirettrice del Centro Interuniversitario per la Ricerca e lo Sviluppo sulla Public History (CISPH) dalla costituzione al 2024. Ha concentrato i suoi studi sulla circolazione mediterranea medievale, l’evoluzione del comune tra Italia e Provenza, la storia della Lunigiana e la Digital Public History. Ha guidato un’équipe di ricerca sulla storia e archeologia del paesaggio in Val di Vara e Lunigiana (tramonti.labcd.unipi.it) ed è responsabile scientifico dell’edizione digitale del Codice Pelavicino (http://pelavicino.labcd.unipi.it/). Collabora nel CISE al processo di digitalizzazione dei fondi della Comunità ebraica di Pisa. E’ fondatrice e presidentessa della Società Storica Spezzinae membro della commissione toponomastica del Comune della Spezia.

23/09/2024, ore 18:00 

CARLOFORTE

Al LUDICa 2024 parteciperò alla serata di apertura del Campo estivo di Sant’Antioco e assisterò lə studentə impegnatə nel campo estivo. Nell’ultima giornata presenteremo i risultati della scuola AISO del 2023 a Sant’Antioco creando un dialogo con lə partecipanti della scuola.

Luca Santangelo è laureato in Scienze storiche all’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi dal titolo “Dalla palude all’atomo – Il mito moderno dell’Agro Pontino tra narrazioni postcoloniali e uso politico nell’Italia repubblicana”, di prossima pubblicazione per Casa dell’Architettura edizioni. Mi occupo di storia dei partiti politici in contesti locali, storia orale e storia urbana. Dal 2022 cura un laboratorio di storia orale e public history al Liceo Manzoni di Latina, che ha come centro di studio la storia della città di Latina tra la Seconda guerra mondiale e il presente. Collabora con alcuni progetti di ricerca PRIN, come il progetto “”Voices from the Margins – The End of Christian Democracy: The Collapse of A Political Dream””, un progetto di raccolta di fonti orali ad esponenti politici della Democrazia Cristiana della Campania. È parte del gruppo di ricerca della Casa dell’Architettura di Latina – Istituto di cultura urbana dove si occupa della conservazione, tutela e dei progetti di Public History legati agli archivi degli architetti di Latina conservati presso l’istituto. È membro della segreteria di AISO dove collabora in vari progetti di ricerca dell’associazione. Attualmente lavora tra Roma e Siena ad un progetto di tesi di laurea magistrale sulla fine del PCI nella provincia di Siena con la metodologia della storia orale.”.

23-29/09/2024

SANT’ANTIOCO

schirru

Dalla collina al mare. Architettura e cultura signorile a Carloforte tra Sette e primo Novecento

Il mio intervento a LUDICa 2024 affronta il tema dell’intreccio tra architettura e velleità signorili a Carloforte tra Sette e primo Novecento.

Docente e Ricercatore (RtdB) di Storia dell’Architettura presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura – DICAAR – dell’Università di Cagliari. Le ricerche condotte, concretizzatesi in monografie, saggi e conferenze anche a carattere internazionale, analizzano l’evoluzione dell’architettura durante la tarda Età Moderna e l’inizio della Contemporaneità – XVII – inizi XIX secolo – con particolare riguardo alla Sardegna e all’ambito mediterraneo. Tra i temi affrontati, ricordiamo: l’architettura del tardogotico Mediterraneo; l’architettura sarda d’Età Sabauda; cultura politecnica e d’accademia nell’Ottocento; architettura e progettisti sardi in Età Umbertina e nella Belle Epoque.

23/09/2024, ore 16:30

CARLOFORTE

Eleonora Todde

Al LUDICa 2024 avrò ruolo di coordinatore del Campo Estivo di Sant’Antioco

Professoressa associata di Archivistica nell’Università degli Studi di Cagliari, referente del progetto di descrizione e digitalizzazione dell’Archivio storico e della realizzazione del sistema archivistico dell’Ateneo. I suoi temi di ricerca sono il riordinamento, la descrizione e l’applicazione dell’informatica ai patrimoni documentari, sia pubblici che privati, e gli archivi di impresa con attenzione specifica a quelli minerari..

23-2809/2024 

SANT’ANTIOCO

valacchi

Dovere di cittadinanza. L’archivio come spazio condiviso tra memoria e partecipazione

Il seminario si propone di approfondire la dimensione attiva degli archivi nelle loro comunità di riferimento, valutandoli come risorse di natura non soltanto storica e identitaria ma come occasione di condivisione di esperienze e di autodocumentazione. In questa lettura l’archivio può diventare uno spazio “vicino” e frequentato da quanti, anche sfruttando le risorse digitali, possano contribuire non solo a studiarlo ma anche a popolarlo di oggetti informativi, percorsi e narrazioni condivise. L’obiettivo è quello di superare modelli di “valorizzazione passiva” a tutto vantaggio di un approccio partecipativo che avvicini realmente l’archivio alla sua comunità e a cittadini protagonisti di una memoria dinamica.

Federico Valacchi è professore ordinario di archivistica all’Università di Macerata. I principali ambiti di ricerca sono quelli legati al rapporto tra tecnologie dell’informazione e archivi con particolare riferimento al web e alle problematiche di conservazione di lungo periodo del documento informatico. Più recentemente si è interessato al ruolo politico e sociale degli archivi e della disciplina archivistica. In questa direzione coordina anche il gruppo Facebook “Archivistica Attiva”. Ha pubblicato monografie e articoli su riviste scientifiche del settore legate ai temi del ruolo pubblico degli archivi, dell’automazione delle risorse archivistiche, della formazione professionale, della descrizione e della comunicazione archivistica. E’ codirettore della rivista “J-LIS”.

27/09/2024, ore 18:00 

SANT’ANTIOCO

Carloforte e il Nordafrica

Nel lungo periodo, le piccole isole come quella di San Pietro, dove si trova la cittadina di Carloforte, hanno svolto un ruolo molto importante nella strutturazione delle migrazioni marittime tra la sponda settentrionale e quella meridionale del Mediterraneo. Proprio perché Carloforte faceva parte delle rotte commerciali e di pesca del corallo nell’Ottocento, e poi del commercio di aragoste nella prima metà del Novecento, molti carlofortini si sono stabiliti in Nordafrica durante il periodo coloniale.

Hugo Vermeren è ricercatore presso il CNRS (UMR 7303 TELEMMe). Ex membro dell’École Française de Rome (2018-2021), ha pubblicato nel 2017 il libro “Les Italiens à Bône (1865-1940). Migrations méditerranéennes et colonisation de peuplement en Algérie”. La sua ricerca si concentra sulla storia ambientale del mare, le mobilità legate al lavoro marittimo ed i processi di territorializazzione delle aree marittime e insulari nel Maghreb coloniale.

27/09/2024, ore 18

CARLOFORTE

TUTOR DEL LABORATORIO

carboni

Sarò impegnato come tutor didattico a supporto del LUDiCa 24, sia nel contesto della Bottega Digitale che nel campo estivo di Carloforte. Terrò inoltre la lezione Zotero e Omeka. Le collezioni digitali che guiderà gli studenti dei due software utili alla creazione di collezioni bibliografiche e di oggetti digitali e strumenti principali di lavoro del LUDiCa.

Giommaria Carboni è storico dell’arte e archivista; laureato in storia dell’arte (LM-89) e scienze storiche (LM-84), ha conseguito nel 2021 il diploma della Scuola APD presso l’Archivio di Stato di Cagliari. Attualmente è specializzando in Beni storico-artistici presso l’Università degli Studi di Genova e inizierà a breve il dottorato in Storia, beni culturali e studi internazionali all’Università degli Studi di Cagliari. Da aprile 2024 è dipendente del Ministero della Cultura, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna..

23-39/09/2024    

 

CARLOFORTE

davide_pisanu

Sarò impegnato come tutor didattico a supporto del LUDiCa 24, sia nel contesto della Bottega Digitale che nel campo estivo di Sant’Antioco

Laureato triennale in Beni Culturali e Spettacolo (UniCa) e magistrale in Scienze Storiche (UniBo), sono un dottorando di ricerca presso l’Università degli Studi di Cagliari, Corso di Dottorato in Storia, Beni Culturali e Studi Internazionali. Il mio progetto di ricerca si basa sull’analisi e sull’edizione dei documenti sardo-cassinesi conservati all’interno dell’archivio dell’abbazia di Montecassino (secc. XI-XV).

23-39/09/2024    

 

SANT’ANTIOCO