Cos’è successo il 4 giugno?

Grafica e testo di Monica Vargiu

Durante l’incontro di ieri il professore Arturo Gallia dell’Università degli Studi Roma Tre ci ha proposto un’interessante rilettura dello spazio nell’ambito delle digital humanities.

Dopo un breve excursus sulle potenzialità offerte dall’analisi delle fonti cartografiche storiche tra ‘conoscenza dei saperi geografici’, ‘ricostruzione degli eventi storici’ e ‘lettura diacronica dell’evoluzione del tessuto urbano’ si è affrontata la questione relativa all’integrazione di questo tradizionale approccio con le applicazioni digitali.

Il GIS, acronimo di Geographic Information System, con le sue cinque componenti (software, hardware, procedure, dati e persone) è lo strumento che permette l’acquisizione, la gestione, l’elaborazione e la restituzione di informazioni spaziali. In particolare, si è parlato del cosiddetto Historical GIS che combina tra loro le informazioni storiche con quelle a carattere geografico.

Il progetto Carta de’ dintorni di Roma realizzato nell’ambito delle attività di ricerca del Laboratorio geocartografico “Giuseppe Caraci” e delle attività didattiche del Master di II livello in Digital Earth e Smart Governance.

Strategie e strumenti GIS per la gestione dei beni territoriali e culturali del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre è un esempio applicativo.

Il professor Gallia ha descritto le varie fasi del lavoro, raccontandoci, con suggestivi aneddoti, l’intero iter dell’analisi e dello studio affrontati, come la verifica qualitativa delle informazioni, il collegamento filologico tra fonti e dati sino alle peculiarità della piattaforma online ideata per rendere fruibili i diversi contenuti elaborati. 


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